Alimentarsi in modo corretto ed equilibrato è fonte di benessere e salute poiché migliora l’efficienza del nostro organismo, ormai è risaputo. Ciononostante, a volte si confonde il nutrimento con il godimento e la ricerca di piacere. Questo capita specialmente nei momenti di stress, di ansia o quando siamo in uno stato emozionale alterato.
Pur essendo ormai nota l’associazione tra alimenti dannosi, abuso di questi e relativi problemi di salute, esiste tuttavia ancora confusione su ciò che ci nutre realmente e ciò che invece dà la falsa illusione di nutrimento: vediamo di approfondire l’argomento in questo articolo.
I GRASSI
I grassi migliori in termini di benefici all’organismo sono quelli polinsaturi e monoinsaturi, presenti ad esempio nella frutta secca, nei semi oleaginosi, nell’olio extravergine di oliva e nel pesce. Sono definiti come “buoni” poiché aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari. Sono conosciuti come Omega3 e Omega6 e svolgono una funzione antinfiammatoria e rigenerativa.
E’ importante tuttavia assumerne la giusta quantità, senza eccedere: non essendo presenti in alimenti ricchi di fibre è infatti facile abusarne, perché si fa fatica ad arrivare al senso di sazietà.
Se assunti in elevate quantità, essi possono infatti predisporre al sovrappeso e all’obesità, per via del loro elevato contenuto calorico (9 kcal per grammo), con conseguenze dannose soprattutto per il sistema cardiocircolatorio.
LE PROTEINE
Le proteine sono costituite da catene di amminoacidi, uniti gli uni agli altri da legami peptidici. Le fonti proteiche di alimenti di cui ci nutriamo variano fra di loro per pH -acido o basico- e per composizioni amminoacidiche più o meno complesse. La loro funzione è quella di sostentare e costruire massa magra, ovvero muscoli.
La categoria di alimenti migliore per il nostro organismo è quella a pH basico o alcalino.
Le proteine con pH alcalino, di origine vegetale, hanno il duplice pregio di essere più facilmente digeribili rispetto a quelle di origine animale e di accompagnarsi spesso ad un alto contenuto di fibre e di acqua che donano ancor più sazietà, ma hanno anche il difetto di essere il più delle volte “incomplete” dal punto di vista amminoacidico.
Il problema si risolve tuttavia facilmente, abbinando o alternando alimenti aventi spettri amminoacidici differenti e fra loro complementari, come cereali e legumi. Inoltre proteine della soia e dei lupini risultano essere tra le più valide fonti vegetali di sostentamento della massa magra.
L’abuso di proteine contenute in alimenti dal pH acido comporta infatti uno stato di infiammazione che può manifestarsi attraverso vari sintomi come acidi urici alterati, infiammazioni articolari, bruciore di stomaco. Inoltre aumentano il proliferare di batteri proprio a causa di una condizione infiammatoria costante che uccide i nostri anticorpi.
I CARBOIDRATI
Esistono carboidrati semplici, chiamati anche zuccheri, come la frutta e i dolciumi, e carboidrati complessi, come i cereali. I primi, ad alto indice glicemico, sono caratterizzati da una maggior biodisponibilità, il che significa che il nostro organismo, assimilandoli velocemente, è presto in grado di utilizzarli come fonte di energia; i secondi forniscono energia tanto quanto i primi (4-5 kcal per grammo), ma la diluiscono in un arco di tempo maggiore, presentando un indice glicemico più basso.
I carboidrati semplici possono essere raffinati o non raffinati, a seconda dei processi chimici impiegati per modificare la struttura del carboidrato e dell’alimento stesso. La lavorazione chimica dei carboidrati non raffinati è pari a zero, mentre quella dei raffinati varia a seconda dell’alimento preso in considerazione.
Esempio ne è lo zucchero: derivano dalla stessa pianta tanto quello bianco quanto quello di canna, con la differenza che il secondo ha subito qualche passaggio di lavorazione in meno rispetto al primo. Discorso analogo vale anche per la farina 00 e la farina 0. Tutti rientrano nella categoria “carboidrati raffinati” che, nonostante la base di partenza, diventano tutti ad alto indice glicemico.
CARBOIDRATI NON RAFFINATI: COME RICONOSCERLI
La risposta è davvero molto semplice. Ciò che è già presente in natura non è raffinato per definizione. Ma oltre a questo esistono alimenti lavorati che di base hanno come unico ingrediente un cereale integrale, ad esempio pasta, pane, grissini e altri prodotti da forno.
I carboidrati raffinati costituiscono la categoria di alimenti di cui si tende ad abusare in assoluto di più, sia perché particolarmente gustosi ed appetibili, sia perché vanno a stimolare le stesse aree del cervello stimolate da oppioidi, eroina e cocaina.
Oltre a causare repentini picchi glicemici, collegati ad Alzheimer, tumori e malattie cardiovascolari, essi inibiscono il senso di sazietà poiché poveri di fibre, e non danno reale nutrimento al nostro organismo, anzi lo debilitano, in quanto privati delle vitamine e dei minerali di cui in origine erano in possesso.
Per evitare questo problema e mantenere inalterate le proprietà nutrizionali di alimenti quali pasta, pane e cereali è importante optare sempre per la loro forma integrale, ricca di fibre e maggiormente saziante.
CONCLUSIONI
Variando la nostra dieta periodicamente, o meglio stagionalmente in base alla disponibilità del territorio in cui viviamo sarà più facile allontanarci dal rischio malattie, ricevendo dalla nostra alimentazione tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno.
La vera chiave di volta nel nostro rapporto con il cibo sta nell’iniziare a guardarlo e a trattarlo come fonte di energia e di benessere, anziché come piacere istantaneo ed immediato. Così facendo daremo il giusto apporto calorico che ci terrà sempre vicino al peso forma.
Altra cosa da considerare è il bilanciamento dei macronutrienti e dei micronutrienti in base alla tipologia di attività fisica e di stile di vita, argomento da trattare con uno specialista e mai da improvvisare da soli o tramite “diete miracolose” o applicazioni per smartphone.